Il Barça completa l'opera
E' in finale di Champions
Al Camp Nou finisce 1-1: Pedro porta in vantaggio i blaugrana, il Real Madrid pareggia con Marcelo. Con questo risultato, il Barcellona va a Wembley e affronterà la vincente di Manchester Utd-Schalke 04. Abidal torna in campo dopo aver sconfitto il tumore
MILANO, 3 maggio 2011 - Finisce come era normale e prevedibile che finisse: Barcellona in finale di Champions League, Real Madrid costretto ancora una volta a cedere il passo agli eterni rivali. E finisce così "por qué" quella di Guardiola è la squadra più forte e quella che gioca meglio a calcio, punto e basta. Al Camp Nou, però, i madridisti danno prova d'orgoglio: sbandano, vanno sotto, incassano un gol ma trovano la forza di pareggiare. E l'1-1 nell'ultimo dei quattro Clasicos ravvicinati è sì una sconfitta, ma non una punizione
MILANO, 3 maggio 2011 - Finisce come era normale e prevedibile che finisse: Barcellona in finale di Champions League, Real Madrid costretto ancora una volta a cedere il passo agli eterni rivali. E finisce così "por qué" quella di Guardiola è la squadra più forte e quella che gioca meglio a calcio, punto e basta. Al Camp Nou, però, i madridisti danno prova d'orgoglio: sbandano, vanno sotto, incassano un gol ma trovano la forza di pareggiare. E l'1-1 nell'ultimo dei quattro Clasicos ravvicinati è sì una sconfitta, ma non una punizione
botta e risposta — La ripresa comincia con un brivido: Ronaldo indovina la corsia giusta al centro, ma cadendo tocca Mascherano e lo mette giù: peccato per il Real Madrid, perché il pallone termina a Higuain che insacca a gioco fermo. Come nel primo tempo, i blancos partono con buon piglio, ma alla lunga cedono terreno. E al 9' arriva il gol che sblocca la sfida: il passaggio filtrante di Iniesta a evitare in fuorigioco è sublime, Pedro è freddo davanti a Casillas e fa centro. Karanka manda in campo Adebayor e Ozil al posto di Kakà e Higuain, la sua squadra reagisce subito. E pareggia al 19', proprio quando in tanti iniziavano a sentire odore di massacro (sportivo, ovvio): Di Maria riceve palla da Xabi Alonso, calcia sul palo, riprende e serve Marcelo che insacca l'1-1 dal centro dell'area piccola.
tutti in piedi per abidal — Ci sarebbe il tempo per tentare l'impresa e il Madrid, spinto da quel filo d'inerzia che segue il gol, ha il merito di provarci. Ma non è facile recuperare il pallone quando il Barça lo congela e Messi fa ammonire anche Xabi Alonso e Marcelo, che lo randellano con frustrazione. A conti fatti, dopo il gol subìto, Valdes non rischia più nulla. Così, nel finale, il palcoscenico può prenderselo Abidal, che torna a giocare dopo aver sconfitto il tumore al fegato che l'aveva colpito. Ovazione del Camp Nou, che precede quella per il triplice fischio di De Bleeckere: il Barcellona è la prima finalista della Champions League 2010-11. Domani toccherà al Manchester Utd completare l'opera per offire agli appassionati di calcio la rivincita della finale di due anni fa.
Stefano Cantalupi
E' in finale di Champions
Al Camp Nou finisce 1-1: Pedro porta in vantaggio i blaugrana, il Real Madrid pareggia con Marcelo. Con questo risultato, il Barcellona va a Wembley e affronterà la vincente di Manchester Utd-Schalke 04. Abidal torna in campo dopo aver sconfitto il tumore
MILANO, 3 maggio 2011 - Finisce come era normale e prevedibile che finisse: Barcellona in finale di Champions League, Real Madrid costretto ancora una volta a cedere il passo agli eterni rivali. E finisce così "por qué" quella di Guardiola è la squadra più forte e quella che gioca meglio a calcio, punto e basta. Al Camp Nou, però, i madridisti danno prova d'orgoglio: sbandano, vanno sotto, incassano un gol ma trovano la forza di pareggiare. E l'1-1 nell'ultimo dei quattro Clasicos ravvicinati è sì una sconfitta, ma non una punizione
MILANO, 3 maggio 2011 - Finisce come era normale e prevedibile che finisse: Barcellona in finale di Champions League, Real Madrid costretto ancora una volta a cedere il passo agli eterni rivali. E finisce così "por qué" quella di Guardiola è la squadra più forte e quella che gioca meglio a calcio, punto e basta. Al Camp Nou, però, i madridisti danno prova d'orgoglio: sbandano, vanno sotto, incassano un gol ma trovano la forza di pareggiare. E l'1-1 nell'ultimo dei quattro Clasicos ravvicinati è sì una sconfitta, ma non una punizione
botta e risposta — La ripresa comincia con un brivido: Ronaldo indovina la corsia giusta al centro, ma cadendo tocca Mascherano e lo mette giù: peccato per il Real Madrid, perché il pallone termina a Higuain che insacca a gioco fermo. Come nel primo tempo, i blancos partono con buon piglio, ma alla lunga cedono terreno. E al 9' arriva il gol che sblocca la sfida: il passaggio filtrante di Iniesta a evitare in fuorigioco è sublime, Pedro è freddo davanti a Casillas e fa centro. Karanka manda in campo Adebayor e Ozil al posto di Kakà e Higuain, la sua squadra reagisce subito. E pareggia al 19', proprio quando in tanti iniziavano a sentire odore di massacro (sportivo, ovvio): Di Maria riceve palla da Xabi Alonso, calcia sul palo, riprende e serve Marcelo che insacca l'1-1 dal centro dell'area piccola.
tutti in piedi per abidal — Ci sarebbe il tempo per tentare l'impresa e il Madrid, spinto da quel filo d'inerzia che segue il gol, ha il merito di provarci. Ma non è facile recuperare il pallone quando il Barça lo congela e Messi fa ammonire anche Xabi Alonso e Marcelo, che lo randellano con frustrazione. A conti fatti, dopo il gol subìto, Valdes non rischia più nulla. Così, nel finale, il palcoscenico può prenderselo Abidal, che torna a giocare dopo aver sconfitto il tumore al fegato che l'aveva colpito. Ovazione del Camp Nou, che precede quella per il triplice fischio di De Bleeckere: il Barcellona è la prima finalista della Champions League 2010-11. Domani toccherà al Manchester Utd completare l'opera per offire agli appassionati di calcio la rivincita della finale di due anni fa.
Stefano Cantalupi
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