“Unstoppable”, “Simply the best”… Il mondo ai piedi del Barça
Posted on May 29, 2011 by Marc Leprêtre
Il tributo sulla stampa, il tripudio in città, i soliti incidenti, un esempio di civismo, l’attesa per la festa. Il Barça vince la sua quarta Champions, terza in 6 anni, seconda in 3 e la città erutta come un vulcano islandese.
TUTTI ALL’ARC — Al fischio finale sotto al megaschermo montato all’Arc de Triomf c’erano 35.000 persone. Molte altre ne sono arrivate, con il passaparola via twitter che spingeva la gente verso l’arco e non verso la fontana di Canaletas, luogo simbolo delle celebrazioni blaugrana all’inizio della Rambla che parte da Plaza Catalunya. La ragione? Dopo una lunga assemblea gli ‘indignados’ avevano deciso di restare nella piazza anche in caso di vittoria del Barça, facendo appello al civismo dei tifosi. Ogni volta che il Pep Team vince a Canaletas scoppia un mezzo inferno, e anche ieri è stato così.
90 FERITI — Non tutti hanno ascoltato l’invito ad andare all’Arc de Triomf, in molti sono scesi a Canaletas, tra questi chi aveva voglia di vedersela con la polizia. E così verso le 2.30 ci sono stati violenti scontri con i ‘mossos d’esquadra’: 90 feriti di cui 2 gravi e 20 arresti il bilancio della guerriglia urbana. Gli ‘indignados’ hanno fatto dei cordoni per proteggere la piazza e soprattutto la loro protesta pacifica, e nonostante nella Calle Pelai, a due passi dal luogo dell’‘acampada’, stesse succedendo di tutto, nessuno ha dato loro fastidio.
ESTASI BLAUGRANA — Chiusa la pagina di cronaca, ecco quella della celebrazione a mezzo stampa. “Sport” e “Mundo Deportivo” scelgono titoli in catalano per le proprie prime pagine: “Il migliore della storia” e un semplice “Campioni”. E poi termini quali esibizione, golazos, miglior squadra del mondo, spettacolare, dominio. Su “Marca” vince la creatività: “Futbol! … Club Barcelona” è l’apertura, con l’accento sul calcio, sublimato dalla squadra di Guardiola. “Ripasso da antologia ai ‘davoli rossi’”, dice “Marca”. “Superbarça”, il titolo i prima di “As” che gira il successo dei rivali del Madrid in chiave nazionalistica: “Il calcio spagnolo continua a stare in cima al mondo”.
ANCHE I POLITICI — Tra i quotidiani politici il “Pais” nonostante i tormenti del Partito Socialista apre con una grande foto del trionfo della squadra cara al premier Zapatero: “Il Barça a Wembley tocca il cielo”. Il “Mundo” preferisce la politica, ma in prima trova spazio per “Un gran Barça ottiene la sua quarta Champions”, più o meno lo stesso titolo (più defilato) di “Abc”, “Il Barça conquista l’Europa per la quarta volta” e del “Publico”: “Un Barça sublime conquista la sua quarta Coppa d’Europa.
PREMI INDIVIDUALI — I nomi di questa quarta Champions sono quelli dei tre goleador, Messi su tutti con Pedro e Villa di rincorsa, e poi Guardiola, Xavi, Puyol e Abidal. Il gesto del capitano (Puyol, entrato giusto per la storia, cui Xavi, capitano fin lì, aveva appena ceduto la fascia, ndr) che ha dato la fascia al francese, operato per un cancro il 17 marzo scorso, perché potesse alzare lui la coppa, ha conquistato tutti. “La pulce si veste da diavolo” e “Sir Xavi”, sono due titoli del “Pais”. “Il miracolo di Abdial si merita una Champions”, “Pep ha conquistato 10 titoli su 13 possibili” due di Marca.
L’ATTESA — Il Barça rientra oggi pomeriggio da Londra, pronto a un nuovo bagno di folla dopo quello per la conquista della Liga. Alle 17.30 partirà la ‘rua’, o parata, dal World Trade Centre del porto. Il pullman scoperto, sperando che il tempo, capriccioso questa mattina, sia clemente, risalirà lentamente verso il Camp Nou dove dovrebbe arrivare prima delle 21. Lo stadio aprirà già alle 18.30: per allietare l’attesa concerti e iniziative varie. Poi si attendono le parole di Messi che nella festa della Liga con convinzione e senza scaramanzia aveva detto solo: “Parlerò il 29, perché torneremo qui”. E infine, tutti al concerto della fidanzata di Piqué. Shakira apre il suo tour spagnolo a Barcellona, e i giocatori festeggeranno insieme con la ‘coppia dell’anno’ il loro ennesimo titolo di questa storia infinita di successo.
QUI INGHILTERRA — Non ha portato fortuna a Sir Alex Ferguson la rosa rossa che si era messo all’occhiello della giacca in ossequio alla tradizione di Wembley. Del resto, quando sulla tua strada incontri “simply the best” (per dirla come la prima pagina del “Telegraph Sport”), ovvero Leo Messi e il suo Barcellona, al massimo i fiori puoi offrirli a fine partita, per ringraziare dello spettacolo che hanno regalato. Già, perché comunque sia andata ieri sera (d’accordo, male per il Manchester United e malissimo per molti dei suoi giocatori), quello che è certo è che vedere giocare i catalani è un’emozione non da poco. Non a caso, il tecnico dei Red Devils ha reso merito all’avversario che li ha letteralmente surclassati in campo (questo l’aggettivo più gettonato sui giornali di oggi, insieme con “unstoppable” che rende l’idea almeno quanto il primo) definendolo “la squadra migliore contro cui abbiamo mai giocato”. Ma se gli azulgrana sono sembrati a tratti davvero immarcabili, chi alla fine ha fatto davvero la differenza è sempre e solo lui, il “Messi the Magician” di Pep Guardiola (che da ieri sera è ancor di più l’oggetto del desiderio di Roman Abramovich per la panchina del Chelsea, sebbene destinato a rimanere tale, come quota il “Mail on Sunday”), che diventa “Magical Messi” sul “The Independent on Sunday” e “Messi Magic” sull’Observer, senza dimenticare il “The Lionel King” con cui lo celebra il “Sunday Express”, chiosando che “il migliore al mondo ha messo fine ai sogni di Ferguson”.
MESSI ARMA LETALE — Insomma, il concetto è chiaro: Messi è di un altro pianeta e la sua “masterclass” è stata l’arma in più per condurre alla “Euro glory” il Barcellona sul Manchester United, come sottolinea il domenicale “People”, in coppia con il “Sunday Mirorr”. Un’idea, quella dell’arma letale catalana in grado di sconfiggere qualunque avversario capiti a tiro, che torna ancor più chiaramente sul “News of the world” con quel “Fergie hit by weapons of MESS destruction”, dove si gioca sul cognome dell’argentino delle meraviglie per indicare la potenza devastante delle sue giocate, mentre il “Sunday Star” parla di “Mess Murder!” per indicare la distruzione operata dai catalani in quel di Wembley.
ROONEY LA SOLA LUCE — Secondo il parere pressoché unanime della stampa di casa, l’unico a salvarsi, pur uscendone malconcio al pari dei compagni se non altro per quanto riguarda il risultato, è stato Wayne Rooney. L’attaccante ha dato l’illusione del momentaneo pareggio e il suo tocco di classe è stato “il solo raggio di luce in mezzo alle ombre Reds”, come spietatamente si sottolinea sul “Sunday Express”, mentre “The Independent on Sunday” rincara la dose sottolineando che Roo “si è battuto da solo per l’intera gara”, mentre gli altri restavano a guardare. Del resto, se davanti hai “Majestic Messi”, che altro puoi fare?
Filippo Maria Ricci e Simona Marchetti, Gazzetta dello Sport
http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/29-05-2011/barcellona-migliore-sempre-801384786168.shtml
Posted on May 29, 2011 by Marc Leprêtre
Il tributo sulla stampa, il tripudio in città, i soliti incidenti, un esempio di civismo, l’attesa per la festa. Il Barça vince la sua quarta Champions, terza in 6 anni, seconda in 3 e la città erutta come un vulcano islandese.
TUTTI ALL’ARC — Al fischio finale sotto al megaschermo montato all’Arc de Triomf c’erano 35.000 persone. Molte altre ne sono arrivate, con il passaparola via twitter che spingeva la gente verso l’arco e non verso la fontana di Canaletas, luogo simbolo delle celebrazioni blaugrana all’inizio della Rambla che parte da Plaza Catalunya. La ragione? Dopo una lunga assemblea gli ‘indignados’ avevano deciso di restare nella piazza anche in caso di vittoria del Barça, facendo appello al civismo dei tifosi. Ogni volta che il Pep Team vince a Canaletas scoppia un mezzo inferno, e anche ieri è stato così.
90 FERITI — Non tutti hanno ascoltato l’invito ad andare all’Arc de Triomf, in molti sono scesi a Canaletas, tra questi chi aveva voglia di vedersela con la polizia. E così verso le 2.30 ci sono stati violenti scontri con i ‘mossos d’esquadra’: 90 feriti di cui 2 gravi e 20 arresti il bilancio della guerriglia urbana. Gli ‘indignados’ hanno fatto dei cordoni per proteggere la piazza e soprattutto la loro protesta pacifica, e nonostante nella Calle Pelai, a due passi dal luogo dell’‘acampada’, stesse succedendo di tutto, nessuno ha dato loro fastidio.
ESTASI BLAUGRANA — Chiusa la pagina di cronaca, ecco quella della celebrazione a mezzo stampa. “Sport” e “Mundo Deportivo” scelgono titoli in catalano per le proprie prime pagine: “Il migliore della storia” e un semplice “Campioni”. E poi termini quali esibizione, golazos, miglior squadra del mondo, spettacolare, dominio. Su “Marca” vince la creatività: “Futbol! … Club Barcelona” è l’apertura, con l’accento sul calcio, sublimato dalla squadra di Guardiola. “Ripasso da antologia ai ‘davoli rossi’”, dice “Marca”. “Superbarça”, il titolo i prima di “As” che gira il successo dei rivali del Madrid in chiave nazionalistica: “Il calcio spagnolo continua a stare in cima al mondo”.
ANCHE I POLITICI — Tra i quotidiani politici il “Pais” nonostante i tormenti del Partito Socialista apre con una grande foto del trionfo della squadra cara al premier Zapatero: “Il Barça a Wembley tocca il cielo”. Il “Mundo” preferisce la politica, ma in prima trova spazio per “Un gran Barça ottiene la sua quarta Champions”, più o meno lo stesso titolo (più defilato) di “Abc”, “Il Barça conquista l’Europa per la quarta volta” e del “Publico”: “Un Barça sublime conquista la sua quarta Coppa d’Europa.
PREMI INDIVIDUALI — I nomi di questa quarta Champions sono quelli dei tre goleador, Messi su tutti con Pedro e Villa di rincorsa, e poi Guardiola, Xavi, Puyol e Abidal. Il gesto del capitano (Puyol, entrato giusto per la storia, cui Xavi, capitano fin lì, aveva appena ceduto la fascia, ndr) che ha dato la fascia al francese, operato per un cancro il 17 marzo scorso, perché potesse alzare lui la coppa, ha conquistato tutti. “La pulce si veste da diavolo” e “Sir Xavi”, sono due titoli del “Pais”. “Il miracolo di Abdial si merita una Champions”, “Pep ha conquistato 10 titoli su 13 possibili” due di Marca.
L’ATTESA — Il Barça rientra oggi pomeriggio da Londra, pronto a un nuovo bagno di folla dopo quello per la conquista della Liga. Alle 17.30 partirà la ‘rua’, o parata, dal World Trade Centre del porto. Il pullman scoperto, sperando che il tempo, capriccioso questa mattina, sia clemente, risalirà lentamente verso il Camp Nou dove dovrebbe arrivare prima delle 21. Lo stadio aprirà già alle 18.30: per allietare l’attesa concerti e iniziative varie. Poi si attendono le parole di Messi che nella festa della Liga con convinzione e senza scaramanzia aveva detto solo: “Parlerò il 29, perché torneremo qui”. E infine, tutti al concerto della fidanzata di Piqué. Shakira apre il suo tour spagnolo a Barcellona, e i giocatori festeggeranno insieme con la ‘coppia dell’anno’ il loro ennesimo titolo di questa storia infinita di successo.
QUI INGHILTERRA — Non ha portato fortuna a Sir Alex Ferguson la rosa rossa che si era messo all’occhiello della giacca in ossequio alla tradizione di Wembley. Del resto, quando sulla tua strada incontri “simply the best” (per dirla come la prima pagina del “Telegraph Sport”), ovvero Leo Messi e il suo Barcellona, al massimo i fiori puoi offrirli a fine partita, per ringraziare dello spettacolo che hanno regalato. Già, perché comunque sia andata ieri sera (d’accordo, male per il Manchester United e malissimo per molti dei suoi giocatori), quello che è certo è che vedere giocare i catalani è un’emozione non da poco. Non a caso, il tecnico dei Red Devils ha reso merito all’avversario che li ha letteralmente surclassati in campo (questo l’aggettivo più gettonato sui giornali di oggi, insieme con “unstoppable” che rende l’idea almeno quanto il primo) definendolo “la squadra migliore contro cui abbiamo mai giocato”. Ma se gli azulgrana sono sembrati a tratti davvero immarcabili, chi alla fine ha fatto davvero la differenza è sempre e solo lui, il “Messi the Magician” di Pep Guardiola (che da ieri sera è ancor di più l’oggetto del desiderio di Roman Abramovich per la panchina del Chelsea, sebbene destinato a rimanere tale, come quota il “Mail on Sunday”), che diventa “Magical Messi” sul “The Independent on Sunday” e “Messi Magic” sull’Observer, senza dimenticare il “The Lionel King” con cui lo celebra il “Sunday Express”, chiosando che “il migliore al mondo ha messo fine ai sogni di Ferguson”.
MESSI ARMA LETALE — Insomma, il concetto è chiaro: Messi è di un altro pianeta e la sua “masterclass” è stata l’arma in più per condurre alla “Euro glory” il Barcellona sul Manchester United, come sottolinea il domenicale “People”, in coppia con il “Sunday Mirorr”. Un’idea, quella dell’arma letale catalana in grado di sconfiggere qualunque avversario capiti a tiro, che torna ancor più chiaramente sul “News of the world” con quel “Fergie hit by weapons of MESS destruction”, dove si gioca sul cognome dell’argentino delle meraviglie per indicare la potenza devastante delle sue giocate, mentre il “Sunday Star” parla di “Mess Murder!” per indicare la distruzione operata dai catalani in quel di Wembley.
ROONEY LA SOLA LUCE — Secondo il parere pressoché unanime della stampa di casa, l’unico a salvarsi, pur uscendone malconcio al pari dei compagni se non altro per quanto riguarda il risultato, è stato Wayne Rooney. L’attaccante ha dato l’illusione del momentaneo pareggio e il suo tocco di classe è stato “il solo raggio di luce in mezzo alle ombre Reds”, come spietatamente si sottolinea sul “Sunday Express”, mentre “The Independent on Sunday” rincara la dose sottolineando che Roo “si è battuto da solo per l’intera gara”, mentre gli altri restavano a guardare. Del resto, se davanti hai “Majestic Messi”, che altro puoi fare?
Filippo Maria Ricci e Simona Marchetti, Gazzetta dello Sport
http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/29-05-2011/barcellona-migliore-sempre-801384786168.shtml
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