Barça irresistibile. Ancora sul trono d’Europa
Posted on May 29, 2011 by Marc Leprêtre
Il percorso perfetto e la finale perfetta. La Champions League prende la strada di Barcellona: battuto 3-1 il Manchester United in un ultimo atto raramente così degno. Il classico delle finali noiose, zeppe di gente terrorizzata di sbagliare, lascia spazio ad una gara altamente spettacolare. Gli uomini di Guardiola la vincono con pieno merito, sovrastando gli avversari non solo dal punto di vista tecnico, ma anche – particolare che non sempre viene sottolineato – da quello della freschezza atletica. Va però dato atto agli inglesi di averle provate tutte: da una partenza lanciata, ad una maniacale concentrazione in fase difensiva. Tutto inutile, troppe le soluzioni a disposizioni del dettatore dell’ultimo passaggio nel Barcellona. Inoltre, quando serve l’episodio, c’è Messi, ed allora per gli altri c’è poco da fare.
LA PSICOLOGIA DI GUARDIOLA - Alla lettura delle formazioni, e contrariamente alle attese, la sorpresa la fornisce Guardiola: gioca Abidal, inutile sottolineare il valore umano della cosa dopo il terribile male che poco tempo fa aveva colpito il francese. Puyol però, invece di recuperare il posto di centrale accanto a Piquè, dove opera Mascherano, prende la strada della panchina. Ferguson replica con la formazione vincente in semifinale a Gelsenkirchen. Una scelta equilibrata tra contenimento e proposizione. Nel contesto del primo fattore, da notare la fascia destra, protetta da Valencia (uno che torna di più rispetto a Nani) e Fabio.
LA PARTENZA LANCIATA – Ferguson prova a scatenare l’inferno nei primi minuti, ma non trova l’episodio, anche perché Hernandez finisce troppo volte in fuorigioco e non riesce a tenere alta la squadra. Il Barcellona ha più qualità, ma questa è la scoperta dell’acqua calda. La fitta serie di passaggi, veloci e spesso tendenti alla verticalizzazione, obbligano gli ottimi Vidic e Ferdinand ad una concentrazione maniacale sui piccoletti del tridente. Pedro e Villa sbagliano un paio di volte la mira, quindi è il primo a colpire: destro preciso e vincente dopo assist geniale di Xavi. La gara, in discesa per il Barça, viene però riequilibrata subito da Rooney, che chiede sponda a Giggs – sempre puntuale – , va a rimorchio e batte con freddezza e precisione Valdes. Un pari che va strettino ai catalani, che con Messi, micidiale nelle sue accelerazioni, non danno una immediata risposta psicologica.
MESSI DA’ IL VIA ALLA FESTA - Come un pugile inferiore che dà tutto nei primi round per tenere testa all’avversario, il Manchester United si sgretola gradualmente nella ripresa. Van der Sar, che chiude la sua lunga carriera, sventa su una botta ravvicinata di Dani Alves, poi però non è reattivo su un sinistro velenoso dalla distanza di Messi. Lo United non riesce più a reagire allo svantaggio, van der Sar pone rimedio alle battute di Messi e Xavi, Ferguson gioca Nani quale ultima carta tattica, ma arriva subito il tris. Una perla di Villa, che piazza la palla nell’angolo alto con un destro dal limite. Finisce 3-1, la bacheca catalana fa spazio alla quarta Coppa dei Campioni: la alza Abidal, ed il momento assume un significato che va oltre lo sport.
Luigi Panella, Repubblica
http://www.repubblica.it/sport/calcio/champions/2011/05/28/news/barcellona_manchester_united-16887601/
Posted on May 29, 2011 by Marc Leprêtre
Il percorso perfetto e la finale perfetta. La Champions League prende la strada di Barcellona: battuto 3-1 il Manchester United in un ultimo atto raramente così degno. Il classico delle finali noiose, zeppe di gente terrorizzata di sbagliare, lascia spazio ad una gara altamente spettacolare. Gli uomini di Guardiola la vincono con pieno merito, sovrastando gli avversari non solo dal punto di vista tecnico, ma anche – particolare che non sempre viene sottolineato – da quello della freschezza atletica. Va però dato atto agli inglesi di averle provate tutte: da una partenza lanciata, ad una maniacale concentrazione in fase difensiva. Tutto inutile, troppe le soluzioni a disposizioni del dettatore dell’ultimo passaggio nel Barcellona. Inoltre, quando serve l’episodio, c’è Messi, ed allora per gli altri c’è poco da fare.
LA PSICOLOGIA DI GUARDIOLA - Alla lettura delle formazioni, e contrariamente alle attese, la sorpresa la fornisce Guardiola: gioca Abidal, inutile sottolineare il valore umano della cosa dopo il terribile male che poco tempo fa aveva colpito il francese. Puyol però, invece di recuperare il posto di centrale accanto a Piquè, dove opera Mascherano, prende la strada della panchina. Ferguson replica con la formazione vincente in semifinale a Gelsenkirchen. Una scelta equilibrata tra contenimento e proposizione. Nel contesto del primo fattore, da notare la fascia destra, protetta da Valencia (uno che torna di più rispetto a Nani) e Fabio.
LA PARTENZA LANCIATA – Ferguson prova a scatenare l’inferno nei primi minuti, ma non trova l’episodio, anche perché Hernandez finisce troppo volte in fuorigioco e non riesce a tenere alta la squadra. Il Barcellona ha più qualità, ma questa è la scoperta dell’acqua calda. La fitta serie di passaggi, veloci e spesso tendenti alla verticalizzazione, obbligano gli ottimi Vidic e Ferdinand ad una concentrazione maniacale sui piccoletti del tridente. Pedro e Villa sbagliano un paio di volte la mira, quindi è il primo a colpire: destro preciso e vincente dopo assist geniale di Xavi. La gara, in discesa per il Barça, viene però riequilibrata subito da Rooney, che chiede sponda a Giggs – sempre puntuale – , va a rimorchio e batte con freddezza e precisione Valdes. Un pari che va strettino ai catalani, che con Messi, micidiale nelle sue accelerazioni, non danno una immediata risposta psicologica.
MESSI DA’ IL VIA ALLA FESTA - Come un pugile inferiore che dà tutto nei primi round per tenere testa all’avversario, il Manchester United si sgretola gradualmente nella ripresa. Van der Sar, che chiude la sua lunga carriera, sventa su una botta ravvicinata di Dani Alves, poi però non è reattivo su un sinistro velenoso dalla distanza di Messi. Lo United non riesce più a reagire allo svantaggio, van der Sar pone rimedio alle battute di Messi e Xavi, Ferguson gioca Nani quale ultima carta tattica, ma arriva subito il tris. Una perla di Villa, che piazza la palla nell’angolo alto con un destro dal limite. Finisce 3-1, la bacheca catalana fa spazio alla quarta Coppa dei Campioni: la alza Abidal, ed il momento assume un significato che va oltre lo sport.
Luigi Panella, Repubblica
http://www.repubblica.it/sport/calcio/champions/2011/05/28/news/barcellona_manchester_united-16887601/
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